
Un professionista, che esca la mattina presto a Milano con il classico colletto bianco, torna a casa la sera con il colletto nero. Nero come il fumo di Londra che mise in ginocchio Churchill a guerra finita, a causa dell’uso eccessivo del carbone, ma parliamo della Gran Bretagna del dopo guerra dove vigeva una stretta Austerity per far fronte alle casse vuote a causa dell’immenso sforzo bellico: parliamo delle lacrime-e-sangue che lo Statista britannico aveva promesso ai sudditi di Sua Maestà pur di vincere la guerra contro Hitler, nell’ora più buia. Era l’Europa, pre-piano Marshall, di Germania Anno Zero che dovette rimboccarsi le maniche, rimuovendo le macerie, reali e spirituali, per ricostruire tutto, a partire dalla civiltà e dallo Stato di Diritto, dopo l’orrore dei lager e della II Guerra Mondiale.
Insomma, in un’epoca di pace, un colletto bianco milanese non avrebbe alcun motivo per tornare a casa con una camicia intrisa di smog e veleni, quegli stessi inquinanti che, ogni giorno, inaliamo, senza più farci attenzione, salvo quando un medico ci avverte che la nostra salute è a rischio.
In Italia (e in particolare in Pianura Padana e nella Piana toscana) si muore, prematuramente, d’inquinamento atmosferico. Il nostro Paese vanta questo tristemente drammatico e poco invidiabile primato in Europa. L’aria che tira in Lombardia non è composta di ossigeno e azoto, come studiamo nei libri di Chimica, bensì è un aerosol di Ozono, polveri sottili PM10 (ma attenzione ai Pm 2.5 e 1), biossido di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio: l’anidride solforosa (SO2), in presenza di alta umidità (> 80%), si mescola col particolato e i PM10, a generare il London Smog invernale, mentre le elevate concentrazioni di ozono e ossidanti fotochimici, in condizioni di temperatura fra 25-35 gradi Celsius, bassa umidità, velocità del vento inferiore a 2 m/s, e in presenza di inversione termica, provoca lo smog fotochimico tipico di Los Angeles, i cui precursori sono le emissioni di ossidi d’azoto (NOx) e i Composti Organici Volatili (COV: composti organici a base di carbonio C come alcheni, aromatici o alcani a catena più lunga) dovuti ai gas di scarico delle automobili.
Ma in questo articolo, non vogliamo puntare il dito solo contro le automobili, sempre meno inquinanti per altro, diesel euro 6 compreso, sebbene ormai il diesel sia il nemico numero uno dei Sindaci da quando i media dell’America di Obama scoprirono che le auto a diesel dell’industria europea truccavano i dati… Da allora i colpevoli delle truffe sono stati puniti e sanzionati, ma sui media è rimasto il “mito” che finché non sarà completata la transizione al motore elettrico o, quanto meno, all’ibrido, nell’Italia con il più vecchio parco macchine d’Europa, tutto rimarrà come oggi.
In realtà, le auto obsolete vanno messe fuori circolazione e cambiate con nuovi modelli più moderni, con tecnologie più performanti e dunque meno inquinanti, ma sul banco degli imputati non c’è solo l’Automotive (l’industria con il maggior tasso di occupati al mondo, soprattutto con un indotto di milioni di lavoratori, in particolare in Italia, seconda manifattura d’Europa, composta di terzisti per la Germania), ma soprattutto sul banco degli imputati dobbiamo ormai mettere il riscaldamento e gli stili di vita personali.
Scommetto che in pochi sanno che le stufe a gasolio e a pellet, diventate ubique e popolari per tagliare i prezzi del riscaldamento casalingo, sono fra i maggiori responsabili dell’inquinamento da Pm10, mentre la combustione delle sigarette accese (il vizio del fumo è pernicioso non solo per la salute, direttamente o indirettamente col fumo passivo) sono sette volte più nocive dei diesel). Non è un caso che il Sindaco di Milano Beppe Sala abbia chiesto ai cittadini di rivedere le priorità, anche abbandonando il vizio del fumo.
Smettere di riscaldare le case a temperature tropicali o con sistemi di riscaldamento antiquati è un primo passo necessario per ridurre gli inquinanti che, con le temperature più elevate della media stagionale a causa dei Climate Change, provocano livelli di rischio gravi per la salute pubblica. Il passaggio successivo è imprimere un’accelerazione sul cambiamento delle abitudini, innescando il circolo virtuoso legato ai comportamenti individuali: come ci ha insegnato Greta Thundberg, nei suoi Fridays For Future (FFF), lo stile di vita personale ha un impatto fortissimo sulle buone pratiche delle comunità. Il fumo attivo nuoce gravemente alla propria salute, come il fumo passivo danneggia quella di chi ci sta intorno, anche sul pianerottolo del condominio, ma fumare all’aperto è come schiacciare l’acceleratore a tutto gas con un Euro 2 in un parco pubblico mentre la gente, per prendere una boccata d’aria buona, fa jogging o porta a giocare a pallone i figli o a spasso l’amato Fido. La proposta del Sindaco Sala ha messo al centro del dibattito pubblico un tema fondamentale, in maniera intelligente e lungimirante. Ora, davvero tocca a noi fare di più e chiedere alla politica di dare priorità alla salute e all’ambiente, perché il benessere collettivo è un indicatore importante quanto il PIL.
@CastigliMirella